Nella lezione da me tenuta al Festival di Fiuggi 2015 ho anche spiegato la ragione del coinvolgimento di piccoli strumenti percussivi in brani destinati a interpreti di altri strumenti (a fiato e a corde) e ad essi opportunamente affidati: nel dilagante deficit di attenzione per la musica colta contemporanea alcuni suoni percussivi evocano – in modo subliminale – antichi riti religiosi, pagani e altri eventi numinosi giacenti nell’inconscio. Il ridestarsi di un atavismo della memoria – indotto da un congruo e integrato ricorso a piccole percussioni evocative – renderebbe presumibilmente attrattiva una musica che li contiene ma che si dipana in assenza di un codice musicale socialmente condiviso. Si favorirebbe così un’adesione favorevole e suscettibile di promuovere l’interesse per la musica d’arte contemporanea, priva di un codice linguistico di riferimento, a tutti noto. Tale fu il codice tonale che non si vuole qui rianimare dal co